In questo piatto è l’autunno, con la sua luce calda, il tratto di unione tra la natura e il travertino dei nostri monumenti.
Amo questa stagione sia quando ci regala giornate limpide, dai contorni netti e i colori vividi, sia in quelle brumose in cui tutto, se ci addentriamo in un bosco, appare sfumato e avvolto nel mistero.
Mi piace evadere, ma quando ritorno a casa e rivedo le nostre torri mi si stringe il cuore.
Ho voluto realizzare un vaso che fosse un’esplosione di colore, capace di portare un soffio di gioia in ogni ambiente.
Penso che gli oggetti che ci circondano possano aiutarci a guardare il lato bello della vita… la linea di maioliche coloratissime che sto creando ultimamente è nata proprio a questo scopo.
«’Rrète a li mierghie» è il nome popolare attribuito all’antichissima Via delle Stelle, che costeggia il Fiume Tronto partendo dalla Porta di Solestà.
Nel realizzare questo piatto con una delle vie più suggestive di Ascoli ho voluto trasmettere lo stato d’animo che provo quando ci passo in primavera.
La scatola a stella è una forma inventata proprio dal laboratorio Maiolica Viva! Ho scelto decori che esaltassero tutta la ricchezza cromatica che la natura ci offre. Qui l'’ultima creazione, con una decorazione di sgargianti e festose farfalle.
I soggetti che si riflettono nell'acqua (come nel paesaggio raffigurato sul piatto) mi hanno sempre attirato, fin da quando dipingevo ad acquerello. Qui una scena fiabesca con un cavaliere che attraversa il fiume, e un antico castello sullo sfondo.
Le uova sono una forma che adoro, indipendentemente dalla Pasqua. Qui vedete sia uova decorative soprammobili in diverse misure che scatole con coperchio (queste ultime adatte anche come bomboniere). Ho scelto decori che esaltassero tutta la ricchezza cromatica che la natura ci offre.
Le vedute di Ascoli sono il soggetto che mi viene chiesto più spesso di realizzare. Poiché non amo quelle di tipo fotografico, cerco di darne un’interpretazione che corrisponda alla mia sensibilità. In alcune maioliche coniugo il mio amore per la natura ai monumenti dal momento che il paesaggio urbano e quello naturale, nella mia immaginazione, dovrebbero sempre essere in armonia. In altri mi piace rendere l’idea di come, nel centro storico, si fondano elementi architettonici secolari con scene di vita moderna.
Le giornate si stanno allungando… quando c’è il sole comincia a sentirsi l’aria di primavera. Così mi è venuta voglia di creare un vaso decorato con fiori primaverili che esprimesse tutta la gioia di questa stagione.
Per la realizzazione di queste due piastre ho preso ispirazione da un guazzo della pittrice ascolana del ’600 Giovanna Garzoni. Proprio in quel secolo la pittura di natura morta divenne un genere molto apprezzato. La pittura precedente risentiva di una concezione filosofica antropocentrica, per cui i soggetti non umani (fossero essi animali, vegetali o semplici cose) apparivano soltanto a margine dei dipinti.
Il tramonto di questa ideologia dipese da diversi fattori quali le scoperte scientifiche, la secolarizzazione della società ed il trionfo della borghesia. Quest’ultima ci teneva a mostrare la propria opulenza attraverso lo sfoggio delle sue merci. In questo contesto va visto il fiorire di dipinti che mostravano nature morte molto realistiche, dettagliate e rigogliose, tali da suscitare nello spettatore il desiderio di afferrare i frutti per mangiarli. Giovanna Garzoni fu una delle principali interpreti di questa tendenza.
Delle sue nature morte amo, soprattutto, il fatto che non siano mai stereotipate ma rendano dettagliatamente ogni piccola imperfezione di fiori e frutta. Sono le ammaccature, le piccole lacerazioni, le foglie ed i petali sgualciti che rendono vivo e vero un vaso di fiori così come un cesto di frutta.
Anche questa scatola trae ispirazione da un guazzo della pittrice e miniaturista ascolana Giovanna Garzoni. Immagino con quanto amore questa pittrice osservasse i suoi soggetti per restituirli sulla carta in ogni minimo dettaglio. Di questo dipinto adoro anche la vivacità cromatica data dall’accostamento dei colori caldi delle susine con quelli freddi delle foglie e dei fiori del vilucchione.
Albarello con paesaggio e figure (vista fronte e retro) – Altezza cm. 40
Maiolica a gran fuoco (920 gradi), smalto apiombico
Questo pezzo, realizzato su ordinazione, raffigura due pastorelli in tipici abiti abruzzesi dei primi del ’900. Nella decorazione delle maioliche di gusto tradizionale mi rifaccio alla scuola settecentesca di Castelli d’Abruzzo, tuttavia cerco sempre di interpretarla sulla base della mia sensibilità.
Amo immaginare Ascoli trasfigurata in un’atmosfera onirica e fuori dal tempo.
Per la realizzazione di questo piatto ho effettuato uno studio preliminare dei personaggi. Non mi piacciono, infatti, le maioliche che raffigurano soggetti stereotipati e in atteggiamenti statici e sempre uguali. Naturalmente il bozzetto mi serve solo da guida poiché questo piatto, come tutte le mie maioliche, è realizzato a mano libera.
Ogni mio pezzo è unico e dipinto completamente a mano libera.
Quando devo realizzare i soggetti più complessi effettuo primariamente uno studio su carta, come nel caso di questo vaso. Sulla ceramica, infatti, non si può “cancellare”, quindi quando si schizza il dipinto con il pennello bisogna avere già la sicurezza di come va impostato.
Nel dipingere il pezzo si utilizzano pigmenti minerali triturati finemente in polvere, i quali in cottura cristallizzano e vetrificano conferendo alla maiolica la sua caratteristica lucentezza. Spesso, poi, i colori, in fase di cottura virano completamente… alcuni verdi, per esempio, da crudi sono neri e alcuni blu sono rosa. Solo l’esperienza consente di immaginare come il pezzo verrà fuori una volta cotto.
Nel mio laboratorio potrai trovare diversi pezzi a tema natalizio: tortiere, vassoietti, piatti, stelline decorative.
Naturalmente tutti gli oggetti sono realizzati con smalto apiombico adatto all’uso alimentare.
Queste grandi brocche traggono ispirazione dai colori dell’estate. Dopo aver utilizzato per le due più grandi una tavolozza éclatante mi è piaciuto realizzare quella più piccola coi toni pastello del convolvolo, sui cui fiori si posa qualche farfalla podalirio.
Si tratta, comunque, di brocche non puramente decorative, ma da usare in ampie tavolate. Ho adoperato infatti, come al solito, uno smalto atossico adatto all’uso alimentare. In fase di cottura ho impostato la temperatura a 920 gradi.
Le brocche grandi sono alte cm. 33,5, mentre la piccola è alta 19 cm.
Vaso (altezza cm. 32)
Per la realizzazione di questo vaso ho fatto riferimento ai bellissimi acquerelli del naturalista americano Luis Agassiz Fuertes. Ho voluto trasporre sulla maiolica non solo l’incredibile vivacità di colori del piumaggio dell’uccello tropicale, ma anche il suo atteggiamento attento nei confronti del mondo circostante.
Piatti piani Ø cm. 27,5 Piatti fondi Ø cm. 19.5
Servizio da 6 piatti piani e fondi, cottura a gran fuoco (920 gradi), smalto atossico. Ciascun piatto, fondo o piano, è decorato con un soggetto diverso, dando così la possibilità di infiniti abbinamenti.
Mentre realizzavo questo servizio lo immaginavo utilizzato su un tavolo all’aperto di una casa di campagna. Ma penso che in qualsiasi altro contesto possa ugualmente trasmettere tutto l’amore per la natura da cui è scaturito.